martedì 10 febbraio 2009

"Non Si Nasce donna, si DivenTa!"

Essere donna non è un fatto contingente, ma permanente. È identitario, marca un confine, definisce una alterità. Per lungo tempo l'identità femminile è stata ignorata e negata. L'uomo scrive la storia, l'uomo è il soggetto, la donna è l'oggetto.Si è donna per tutta la vita, riconoscere e prendere coscienza della propria identità ha come conseguenza non più solo il riconoscimento di diritti formali, ma anche dei diritti sociali concreti che determinano l'andamento della vita quotidiana.Tutto ciò comporta una ridefinizione dei ruoli familiari alla luce di una nuova lettura dell'identità femminile e maschile, nonché la richiesta, sempre maggiore, dell'affermazione egualitaria tra i sessi scaturita dalla constatazione di una continua discriminazione delle donne in qualunque ambito della vita sociale. Il bisogno di partecipazione nella società e nella politica, i cambiamenti nel rapporto con l'altro sesso, la lotta simbolica contro i luoghi comuni più diffusi riguardo all'immagine femminile (felicità domestica, dimensione idilliaca del matrimonio, maternità) fanno parte di alcune delle battaglie ancora inatto ai nostri tempi. "Il Secondo Sesso" di Simone de Beauvoir, afferma che non esiste una natura femminile in quanto “non si nasce donna, ma si diventa”, teorizza che il ruolo di sottomissione e remissività in cui è stata inquadrata la donna non è qualcosa di scritto, qualcosa di naturale, di definitivo. La donna, infatti, “non è una realtà fissa, ma un divenire”. Sono, invece, le strutture patriarcali che hanno costruito quel ruolo strettamente passivo che le donne non hanno mai scelto per loro stesse; pertanto si dovrà lottare per cambiare queste strutture patriarcali e sociali. La donna deve necessariamente riconoscere la propria condizione di subordinata prima di potersi ribellare. Del resto se non sa di essere serva come può la donna vedere nell'uomo, che la costringe alla passività, il proprio padrone? Senza una piena consapevolezza le donne non possono dare avvio alla propria liberazione.La ricerca della definizione giusta per capire cosa è una donna, per poterla così definitivamente liberare dalla categoria dell'Altro nella quale si è trovata marginalizzata, ha prodotto una riflessione teorica sempre più copiosa che oggi si è persa nella rivendicazione nominale di quei diritti, acquisiti e non. Diritti che nella realtà pratica troppo spesso vengono dati per scontati, dimenticati, ignorati, sospesi, sminuiti, contestati. Spetta alla donna decidere cosa è la donna come de Beauvoir insegna. Ma spetta a tutti, uomini e donne, farsi garanti di una convivenza civile nella quale tutti riescano a vivere la propria identità di genere e la propria soggettività al di là di ogni definizione che non dica di più della fondamentale e imprescindibile libertà di tutti.

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